Riso e fagioli. Le mondine piemontesi.

Riso e fagioli. Le mondine piemontesi.

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img_0516Storicamente il riso é stato uno dei piatti poveri, insieme, per esempio, alla polenta, oppure, tra tanti altri, alle lenticchie. Tuttavia, da un tempo, queste si offrono nei ristoranti a prezzo di salmone, dunque molto probabilmente succederà ugualmente con il riso che, per moda o per carestia, pagheremo un giorno a valore d’oro. Intanto, quindi, approffitiamone! Nel mio caso, come lei ben sa, scelgo le opzioni più salutari degli ingredienti che uso in cucina; riguardo al riso preferisco le forme integrali che non subiscono il processo di raffinazione e conservano intatta la crusca e la fibra presenti all’interno.
Oggi preparerò un riso abbastanza speciale, perché l’occasione lo merita: il riso nero selvatico, di origine canadese, che non è proprio un riso però si ricava dal seme di una pianta acquatica che appartiene alla stessa famiglia.

dsc02979E’ più ricco di proteine rispetto agli altri risi e in esso si trovano notevoli quantità di calcio, magnesio, potassio, fosforo e zinco. I semi appena raccolti sono di colore marrone e contengono ancora dosi elevate di acqua, perciò vengono essiccati a fuoco di legna. Durante questa fase il riso acquisisce tutte le caratteristiche aromatiche ed il classico colore nero.
Il riso nero selvatico è più costoso degli altri, mi dirà lei; lo so. Interamente di produzione biologica, le chiedo la cortesia di analizzare la relazione fra quello che investe nella sua salute acquistando prodotti buoni, e quello che deve pagare poi per curare le malattie causate da un’alimentazione erronea.

img_0270Sulla RAI, poco tempo fa, ho guardato un programma che subito mi ha colpito e ha succitato in me il desiderio inmediato di scrivere qualche parola sulle protagoniste che sono state, e lo sono ancora, donne di coraggio esemplare. A loro il riso nero, saporito, con i fagioli e le verdure di tutti i colori, un riso “benestante”, un “signore riso”; a loro, che sono soppravvissute alle mille difficoltà del lavoro della monda e le condizioni di subalternità della donna nella società contadina d’allora.

img_0524Per chi, come me, non aveva conoscenza del lavoro della monda –molto diffuso nell’Italia settentrionale tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo– esso consisteva nello stare per intere giornate con l’acqua fino alle ginocchia, a piedi nudi e con la schiena curva per togliere le erbacce infestanti che crescevano nelle risaie disturbando la crescita delle piantine di riso. Si trattava di un lavoro molto faticoso, praticato da persone provenienti in genere dall’Emilia-Romagna, dal Veneto e dalla Lombardia, che offrivano la propria manodopera soprattutto nelle risaie delle province di Vercelli, Novara e Pavia.

Rice RestLe condizioni di lavoro erano pessime: l’orario era pesante e la retribuzione delle donne era molto inferiore a quella degli uomini. Dormivano in grandi cameroni, vivevano come in caserma, restavano a lavorare per quaranta giorni. Erano quasi tutte ragazzine, allora. Alcune, di soli tredici anni, partivano per la prima volta, spensierate, con trepidante senso di avventura, utilizzando il nome di una sorella maggiore (ma la paga era sempre da ragazòla fino ai quindici anni); le salutava il pianto materno. Le altre partivano e basta.

il-dormitorio-delle-mondineIl programma della Rai mostrava il coro delle mondine di Novi, costituito in parte da “vere mondariso”, la cui età si avvicina a, ed in alcuni casi supera, gli 80, e da figlie e nipoti di mondine e donne che amano le tradizioni popolari e si impegnano affinché nulla di tutto ciò vada perduto.
Hanno un loro sito web www.mondinedinovi.it, un film documentario che le vede protagoniste (“Di madre in figlia” di Andrea Zimbelli), tour in Canada e Stati Uniti e persino incursioni nella musica elettronica! “Si cantava perché venisse la sera, la vita della mondina era dura, quando si sentivano le rane e i grilli e si pensava a casa, ai figli, al marito, ai fidanzati, allora era dura, era dura…».

coro-delle-mondineAlla fine degli anni ’60, di ritorno da una gita sociale, un gruppo di donne comincia a cantare in fondo al pullman, amiche da sempre, prima e dopo l’esperienza della risaia, ricordando le strofette di allora. C’era anche il maestro di musica Gilioli, marito di una di loro, che sentendo il bell’effetto che faceva questo piccolo coro spontaneo ha subito pensato che poteva essere una bella idea riunire tutti coloro che a Novi avevano voglia di cantare. E così è nata la Corale Novese, e grazie alla loro passione questa avventura dura ormai da più di 40 anni.
A loro, quindi, questo riso. Un riso saporito, colorito, abbondante, per risarcire quel riso triste delle serate in risaia, di cui, addiritura, una buona parte era guasta. A loro il mio affetto, la mia commozione, il mio infinito rispetto.
La monda, per tutte, è stata così: una cosa da ricordare, ma anche da dimenticare.

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Riso e mix di fagioli con insalata di germogli, pomodorini e olive nere greche

Ingredienti: (per 4 persone)
1 tazza di riso selvatico nero
¾ tazza di mix di riso integrale e fagioli
(borlotti, nero, lima grandi, lima piccoli, rosi scuri)
piselli e anche semi di lino
2 foglie di alloro
5 coste di sedano
2 cipolle bianche
2 peperoni
sale marino e pepe q.b
olio d’oliva extra vergine q.b.

img_0261img_0313img_0303Per l’insalata:
200 g di mix di germogli ***  
250 g di pomodorini
80 g di olive nere greche
olio d’oliva, zucco di limone, sale e pepe per condire

img_0337img_0332img_0349Preparazione:
Sciacquare il riso nero e i fagioli, metterli in una ciotola e coprirli con abbondante acqua fredda, lasciandoli a bagno per tutta la notte. Il mattino dopo, scolarli e buttare l’acqua di ammollo, ricoprirli ancora d’acqua e cuocerli a fuoco lento con le foglie d’alloro per circa 40 minuti fino a quando il riso e i fagioli saranno teneri. Scolarli e metterli da parte.

img_0325img_0364Tagliare a brunoise le cipolle, le coste di sedano e il peperone. Scaldare l’olio d’oliva in una casseruola e mettere le verdure tagliate.

img_0374img_0376Aggiungere il sale e il pepe e farle rosolare fino a quando saranno cotte però conservino ancora il loro colore intenso. Unire il mix di risi e fagioli, cuocere per 3-5 minuti, o quando la preparazione diventerà omogenea. Regolare il sale e il pepe e servire.img_0479img_0442Per l’insalata:
Snocciolare le olive e tagliarle a pezzeti. Tagliare i pomodorini a rotelle. Mescolarle con i germogli e condire con dell’olio d’oliva, succo di limone, sale e pepe.

img_0413img_0411*** I germogli sono alimenti molto benefici per la nostra salute perché sono una vera miniera di vitamine come la A, la B e la K e Sali minerali come calcio, ferro e rame; questi speciali alimenti sono un’importante fonte di clorofilla ma anche di oligoelementi e di proteine. Sono tantissime le varietà di germogli che possono venire consumati quotidianamente, oltre a quelli di soia, che sono i più conosciuti, esistono almeno altri 40 tipi di germogli integrabili nella dieta umana. In questa ricetta ho usato un mix di germogli di ravanello e di alfalfa. Sono ideali per preparare fresche insalate, per arricchire zuppe e minestre e vengono impiegati anche per i dessert!

img_0419Marisa Bergamasco
(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)

Lo Spritz Veneziano! Amore alla vita

Lo Spritz Veneziano! Amore alla vita

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dsc01382Dopo la mia gradevole e recente scoperta della scritrice italiana Natalia Guinzburg, attraverso l’audio libro su “Le piccole virtù” –che non ho ancora letto ma invece ascoltato dalla voce dell’attrice Giovanna Mezzogiorno–, ho voluto scrivere due parole al riguardo, colpita dall’immenso valore di questo testo e non solo. I suoi pensieri, a volte drasticamente veri, restano al di là delle equazioni del tempo, perché i rapporti umani di cui lei parla si sviluppano o si spengono sempre a partire dagli stessi stimoli; i rapporti umani non provano né affinità né disagio con il tempo, fanno la loro strada, quasi indipendentemente.

mascaraInvece noi crediamo il contrario, ci vantiamo di aver fatto grandi progressi nel campo dei rapporti umani lungo la storia che, pur essendo tuttavia validi, non rivelano aspetti diversi o qualche guida precisa per non perpetuare i soliti errori. E andiamo dallo psicologo, e gli parliamo delle nostre cose, delle nostre paure, delle nostre fobie, del nostro stress, dell’insicurezza, del silenzio, della nostalgia. E poi, di ritorno a casa, ci lasciamo subito invadere dalla collera quando il cretino davanti a noi ferma la macchina un’attimo per rispondere il telefono. E poi, arrivati a casa, ci sentiamo stanchi, i nostri figli vogliono parlarci ma siamo sfiniti, mangiamo in fretta, guardiamo la TV e ci addormentiamo davanti, andiamo a letto e non riusciamo a dormire, soffriamo d’insonnia, prendiamo le pastiglie, e alle 7 suona di nuovo la sveglia. Si ricomincia.

mascara-11Abbiamo veramente fatto grandi progressi nell’ambito dei rapporti umani, abbiamo dei bravi professionisti che se ne occupano, non c’è dubbio, ma abbiamo fatto anche le guerre, troppe, perché? Siamo forti, intelligenti, siamo arrivati alla Luna, a Marte, e a qualsiasi luogo dove ce lo proponiamo, abbiamo inventato tante cose, siamo dotati di tanti talenti. Eppure non abbiamo ancora vinto la paura di aprirci all’altro, e di amarlo, per crescere, per evolvere, per essere più vicini ai nostri figli, ai genitori, per capirli e goderceli, per infine riuscire ad assaporare ogni giorno e ogni minuto l’inestimabile mistero della vita.

dsc01293Come dice Natalia Guinzburg, l’amore alla vita genera l’amore alla vita. Quello dovremmo imparare. Ad amare la vita così come viene, anche se ultimamente Dio sembra essere sparito. Tocca inanzitutto a noi, che non siamo ricchi e che neanche abbiamo vissuto la povertà o la miseria, tocca insensatamente a noi essere i più insoddisfatti, i più tristi, paurosi, indolenti…
È appunto la ragione perché ho voluto preparare lo Spritz, l’aperitivo più conosciuto e amato dai Veneziani, che accompagna le serate inconfondibili, le feste e i brindisi che si svolgono nella città.

dsc01279E allora con gli occhi chiusi ci andiamo con il pensiero, durante il carnevale, indossiamo una bella maschera che ci protegge dagli altri, da noi stessi, ci rende più liberi, meno paurosi, più decisi; i nostri difetti li teniamo nascosti, siamo audaci, abbiamo potere su di noi e sugli altri, la possibilità di ridere, di parlare senza riserve; troviamo la voglia di stare allegri, senza rimorso, di offrirci spontaneamente e, per la prima volta nella nostra vita, ci sentiamo pronti per concretare il nostro più caro desiderio, come dice Natalia Guinzburg, di avere dall’altro –e soltanto– un po’ di misericordia. Un po’ di prossimità. Un po’ di franca intesa.

dsc01289dsc01329All’improvviso apriamo gli occhi e adesso siamo a casa, senza maschera, in silenzio, da soli. Avvertiamo ancora lo sbozzo di un sorriso sulle labra e ci sorprende. Anzi, ci fa sentir bene, leggeri, rinnovati, fiduciosi di affrontare la giornata con quel po’ di misericordia affabile che ci siamo portati dalla fantasia. Ma appena ci avviciniamo alla porta si intromette un soffio d’aria incerta e il lieve sorriso svanisce definitivamente. Usciamo. Il traffico ci provoca collera, il lavoro stanchezza, i figli il senso di colpa e la sveglia non ci dà pace. Nonostante ciò, ogni tanto, per necessità e quando nessuno ci vede, ci prendiamo la libertà di sognare e torniamo a Venezia ad amare la vita. Dopo qualche giro uno di noi vince e riesce a rincasare con il sorriso che non svanirà più. Non ce la faranno tutti, ne saranno pocchi, ma comunque basteranno per addolcire il mondo che senza la loro misericordia ormai non sarebbe più possibile.

Alla vostra salute!

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Spritz Veneziano

Ovviamente esistono delle scuole di pensiero su quale può essere l‘ingrediente migliore e sulle porzioni della miscela; per questo motivo ogni bar a Venezia lo fa in maniera leggermente diversa, ma la più conosciuta è quella che vi propongo, inoltre facile da preparare.

Ingredienti:
1/3 Aperol
1/3 Vino bianco secco
1/3 seltz o acqua gasata
cubetti Ghiaccio q.b.
½  fetta d’arancia

dsc01355Preparazione:
In questa ricetta le dosi si riferiscono a un solo Spritz, quindi per prepararne più di uno basterà fare le proporzioni con gli ingredienti indicati.

Per preparare lo spritz iniziare tagliando l’arancia a fette; mettere il ghiaccio nel bicchiere, riempire 1/3 di bicchiere con l’Aperol e 1/3 con il vino bianco. Spruzzare infine l’acqua gasata e guarnire con la fetta d’arancia.

dsc01386dsc01400Chips di Zucca Croccante

Fra i tipici antipasti veneziani che acompagnano lo spritz si trovano le verdure fritte. Ecco una versione salutare delle patatine.

Ingredienti:
1 zucca di 600 g circa
olio extravergine di oliva
2-3 rametti di rosmarino
4-5 foglie di salvia
Fiocchi di sale q.b.
pepe q.b.

dsc01340Preparazione:
Tagliare la zucca, senza sbucciarla, a fettine sottili utilizzando una mandolina, un’affettatrice o un coltello ben affilato.
Accendere il forno a 180°. Foderare con la carta da forno una teglia e disporre le fettine di zucca. Spennellare con l’olio d’oliva e aggiungere il rosmarino e la salvia.

dsc01343Infornare per 35-40 minuti fino a che risulterà ben dorata. Togliere la zucca dal forno, cospargerci sopra i fiocchi di sale e condire con il pepe, collocare in una ciotola. Si può abbinare anche con semi di zucca tostati e salati e olive verdi.

dsc01376Marisa Bergamasco
(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)

Caponata. Alla Sicilia!

Caponata. Alla Sicilia!

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dsc00488Recentemente ho fatto un viaggio in Sicilia. Terra lontana e antica, a volte ancora arcaica e rude che poi, appena qualche chilometro più avanti, riprende la sua fisionomia da cartolina, facendoci ripensare alla Toscana, al Piemonte, con i loro vigneti coltivati e le loro colline soffici che conferiscono al tutto l’immagine di un paessaggio ovunque ondulante, pitturato a strisce da grappoli d’uva, ulivi, alberi da frutto…

dsc08364dsc08401Ho già scritto sulle mie visite in Emilia Romagna per incontrare gli amici, ormai famiglia, e sul sentimento atemporale che mi travolge e mi trasporta cent’anni indietro in quelle mattinate indelebili in cui facciamo i tortellini e i tortelloni insieme alle mamme e le nonne. Invece in Sicilia, gli anni corrono indietro a millenni e l’esperienza diventa poi un ricordo di giornate intense passate in quei templi antichi presso Agrigento o Selinunte –tra altri– o nei Teatri di Siracusa, dove il tempo ci si presenta assurdamente, gioca con noi, si muove indietro e avanti cinquemila anni e ci sommerge in una bellezza strana, dal senso diverso, dall’aria misteriosa e mitica, da far subire incessantemente la cosiddetta sindrome di Stendhal. Bella, bella, bella. Bella da morire…

dsc08302dsc08306Mi sono proprio mancati così tanti luoghi da vedere –la Sicilia è molto grande – e tanti piatti buoni ancora da gustare che mi auguro di farlo in un prossimo viaggio, magari assai presto. Chissà…

dsc08362dsc08348Dal cioccolato di Modica alle mandorle croccanti, dal pesce spada ai frutti di mare, dalla cassata siciliana (apoteosi della dolcezza) alla saporita caponata che ho assaggiato in quasi tutte le tavole, sono tornata con la certezza di aver provato soltanto una piccola dimostrazione  –stupenda– del suo ricco universo gastronomico.

dsc08390dsc08228dsc08229Non sarò io ad insegnare la ricetta della caponata siciliana, figuratevi. Vi confesso, mano in cuore, che questa è la prima volta che la preparo. E ne sono molto entusiasta. Perdonatemi, in anticipo, qualche errore di cottura, o gli sbagli nella scelta degli ingredienti, o nella presentazione del piatto. L’ho fatta così come l’ho sentita sgorgare dal profondo del cuore, come al solito, con l’amore urgente che offro umilmente all’Italia, tutta l’Italia, che mi regala il doppio e ancor di più di quanto io possa offrirle. E con l’eterna necessità di ringraziarla, mai riuscita nel modo che merita, per l’improvvisa fortuna di scoprirla nel mio destino pocchi anni fa. Terra mia e amata, generosa, terra di amici, di famiglia, di sogni, terra splendida che tanto mi manca.

dsc00495Quindi, alla Sicilia! A Gabriella e a Gianni che mi hanno dato il cielo in appena un giorno; mi chiedo quanto avrei avuto da ringraziarvi ancora se ne avessi avuti due per goderceli insieme…

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Caponata

Ingredienti:
600 gr di melanzane
100 gr di gambi di sedano
1 cipolla
80 gr di olive verdi
25 gr di capperi
200 gr di pomodori rossi
1 cucchiaio di zucchero
1 tazzina di aceto
olio d’oliva q.b.
sale e pepe q.b.

dsc00424Preparazione:

Mondare le melanzane, tagliarle a cubetti, salarle e far saltare in una padella con olio extravergine di oliva (soltanto dorare, fino a metà cottura). Sollevare le melanzane con una schiumarola e metterle da parte.

dsc00447dsc00452dsc00457Affettare la cipolla e tagliare i gambi di sedano a rondelline sottili, metterli nella padella in cui avevamo soffritto le melanzane e farle appassire condite con del sale.

dsc00455dsc00465Aggiungere i capperi dissalati e le olive (se preferite denocciolatele), e cuocere ancora qualche minuto.

dsc00467Aggiungere i pomodori tagliati a cubetti e in ultimo le melanzane.

dsc00474Sfumare con una tazzina di aceto, aggiungere lo zucchero e e mescolare delicatamente.dsc00478dsc00484Servire a temperatura ambiente come antipasto, contorno o piatto unico. Finire cospargendo delle mandorle tagliate grossolanamente.

dsc00491dsc00512dsc00533Marisa Bergamasco

(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)

Le piccole immense cose

Le piccole immense cose

dsc08874Grazie alla parola

che ringrazia,
grazie a grazie
per
quanto questa parola
scioglie neve o ferro.

Il mondo appare minaccioso
finché soave
come una piuma,
chiara,
o dolce come un petalo di zucchero,
di bocca in bocca
passa
la parola grazie…

Oda alla parola grazie (Pablo Neruda)

… Gracias, gracias,
que viajes y que vuelvas,
que subas
y que bajes.
Está entendido, no
lo llenas todo,
palabra gracias,
pero donde aparece
tu pétalo pequeño
se esconden los puñales del orgullo,
y aparece un centavo de sonrisa.

Oda a la palabra gracias (Pablo Neruda)

Piccole dimostrazioni di tanti grandi affetti che devo assolutamente ringraziare.

Grazie Raffa per l’alberino di Natale che hai fatto all’uncinetto e hai spedito dall’Italia, il pensiero più dolce del mondo…

dsc08863Grazie Silvia per quest’olio che ancora non ho provato, ma posso immaginare quanto sia di buono.

dsc08889dsc08893Grazie Giada per quest’olio che ho appena provato, e che è veramente buonissimo!

dsc08897dsc08904Grazie Cri per lo splendido parmigiano reggiano!!

dsc08841Grazie Néstor per il panettone! Si vede quasi perfetto che mi fa pena mangiarlo… E grazie anche dello spremilimoni, ma che carino!

dsc08878dsc08881Gracias Raquel por los paños de cocina bordados a mano! Adorables!

dsc08850dsc08851Grazie dell’ospitalità nel mio ultimo viaggio in Italia a Gabriella e Gianni di Catania, una coppia meravigliosa che mi ha coccolata una intera giornata! Grazie Gabi, Pepino, Giovanna e la gente di Torre Salsa. Grazie Alessandro di Fattoria Manostalla e grazie al gentile Marco per la sua disposizione ed eccellente compagnia. Grazie Simona dell’hotel Britannia, la mia casa a Roma! Grazie Carmelo e famiglia di Case Damma a Siracusa, bravissimi tutti, grazie del pranzo esorbitante di quella domenica e della bella gita. Grazie Valentina, per il generoso invito! Grazie Alessandra per il caffé e la chiacchiera a Bologna. Grazie alla gente dell’hotel Plaza Lucchesi, la mia casa a Firenze.

dsc0822120131124_134518dsc084081Grazie alla mia grande famiglia italiana: Roberto di Corte Roeli e famiglia (vi voglio un mondo di bene!); Alessandra e Angelo e i miei amici del Cucco; Cristina, la dolce Cristina; Oscar il principe e la mia cara Elisa; Spartaco e famiglia; Laura e Andrea; Valeria e Davide; Elizabeth di Milano (ma ancora Messicana); la cara Sylvie di Viena (ma ancora Bolognese). E tanti altri…

dsc081801dsc081391dsc081641Gracias, muchas gracias a Mandito y su familia por la abierta generosidad y el cariño, gracias!! Gracias Carmencita, amiga y hermana, por la confianza y la disposición siempre. Gracias Alejandra, por llegar puntual cuando es necesario, por las charlas y todo. Gracias a Eugenia y su familia, por incondicionales, y por hacerme reír…

Grazie a quelli che non menziono per capire che a una certa età cominciamo a convivere con le lacune mentali e a esperimentare qualche problema di perdita di memoria… Vi voglio anche bene! Scusatemi!

A quienes siguen este blog, gracias por leerlo y transmitirlo! Habrá regalo de Navidad más querido? No para mí…
A voi che seguite questo blog, grazie per leggerlo e diffonderlo! Ci sarà un regalo più desiderato? Almeno non per me…

Felices Fiestas! Buone Feste! Gracias! Grazie!

dsc08915dsc08591Marisa Bergamasco

(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)

Firenze: a Elisa

Firenze: a Elisa

dsc081041Scritto il 18 novembre 2013 

Intanto –da poche ore– la mamma della mia amica ha deciso di andarsene a scoprire la libertà in qualche altro mondo, oppure la pace (chissà cosa avrà  trovato di bello!); io sono a Firenze, imprigionata dal miracolo costante delle sue infinite meraviglie.

Seduta di fronte al Duomo, mi sento invasa dalla bellezza irresistibile di ogni angolo, punto e contrappunto, colore, effetto… creati per ringraziare Dio per il magnifico dono dell’arte, la gioia pura di plasmare il proprio talento e l’impronta in un’opera eterna. E piango. Per lei che non ha voluto vederlo. Per me che non uscirò mai da questo incanto.

dsc080781Cammino con la paura di avanzare e spingere il tempo a correre veloce. Devo tornare indietro subito per ricominciare la giornata dalla mattina. Ripetere i passi, il pianto, la dismisura, le chiacchiere al mercato e la spesa, e la sorpresa di non sorprendermi attraversando la città con le braccia cariche di frutta e verdura come se fossi una delle tante cittadine fiorentine, non importa quale, ma comunque una che rimarrà, che non ripartirà.

dsc080631dsc080611dsc080701Del mercato ho presso la festa agitata e, parlando con delle persone che ci lavorano tutti i giorni ho condiviso la loro stanchezza del corpo, lo svegliarsi prima dell’alba, il rigore del lavoro, e anche la loro certezza di sapersi nel posto giusto, di non avere nè volere un’altro destino.

dsc080641dsc080731A Elisa, che merita il meglio del mondo, ho voluto offrire tutto questo per ringraziarla e celebrarla. Dia anche Lei un’occhiata a Firenze, Eli, la prego, perché dall’alto forse si fa volere più bene di quanto gliene voglio io  attraversandola. Le dia un’occhiata e si goda il tutto, che non è mai troppo tardi per fare una passeggiata al Duomo, al mercato, al fiume. Non è mai tardi, Elisa, perché Firenze aspetta. Aspetta sempre, per abbracciarci e coccolarci, per viziarci e non lasciarci andare via. Si permetta questa gioia.

dsc080771dsc081121Anch’io le voglio bene, Eli, e le ne ho voluto molto… Mi mancherà, ci mancherà, e mancherà anche a Firenze se non la visita adesso, dopo che io le ho raccontato tante belle cose di lei.

Ciao Eli, ci rivedremo un giorno e mi racconterà l’esperienza. Chissà che io non possa tornarci presto, e, camminando di sera con ancora il freddo che allontana il rumore dei milioni di turisti, possa saperlo direttamente da qualsiasi dei suoi muri, avvicinandovi l’orecchio e il cuore. Ci sarò attenta. Camminerò sfiorandoli.

dsc080861Ciao Eli, mi stia bene!

mamyMarisa Bergamasco

(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)