Il tempo

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dsc06615 (1)“Bella sconosciuta”
(La mia versione del testo di Achile Campanile)

“Notai, ad un tavolo poco lontano dal mio una bellissima e giovanissima donna sola”.

Aveva lo sguardo smarrito, anche se guardava un momento le persone del caffè e poi quello che accadeva in strada attraverso la finestra. Guardava senza guardare. Come faceva a non guardare? Mi chiedevo. Con i sui occhi neri, grandi come due misteri inesplicabili, due luci. E, tuttavia, erano fissi sul nulla.

Una sigaretta spenta sulle labbra sochiuse, in sospeso, provocava un borbottare prolungato da parte di tutti coloro che la vedevano e a prima vista pensavano che lei stesse proprio fumando. Intanto lei, faceva finta di fumare. Inspirava l’aria e l’inghiottiva, muoveva la bocca come per baciare un bacio che non c’era, che forse stesse aspettando oppure che non aveva mai dato. Non doveva avere più di 20 anni.

mujer-en-el-cafc3a9Indossava un giubotto blue, nonostante non piovesse. Era al di là del clima o delle temperature. Non toccó il caffé, che poco a poco perse la schiuma e il vapore che emergeva dal liquido caldo, ormai raffreddato. Teneva una penna tra le dita della mano destra, comunque il quaderno aperto sul tavolo aveva ancora i fogli in bianco. Faceva finta di fumare, di bere caffé, di guardare, di scrivere, di vivere.

cafc3a9Dopo quasi un’ora che la osservavo, esaminandola, trattando di capire, ho pagato il mio conto e prima di andarmene ho voluto farle la domanda: – Ha bisogno di qualcosa, signorina?
Senza voltarsi, raccolse i sui lunghi ricci neri in una coda bassa, prese la sigaretta tra le dita, insieme alla penna, e rispose: – Di tempo…

Incapace di dire un’altra sciocchezza, più imperdonabile di quella prima domanda, appoggiando una mano sulla sua spalla in un intento non riuscito di dare conforto, ho deciso di partire, ringraziando che lei non mi guardasse, a disagio per le parole sconvenente che avevo lasciato su quel tavolo etereo, tanto inmateriale quanto la dona sconosciuta.

Perché? Avrei voluto chiederle. Perché non le bastava il tempo che aveva a disposizione. Perché non lo sfrutava, perché non lo spremeva, perché lo perdeva in un atteggiamento ostile. Cosa voleva fare?
Era passata un’ora. Un’ora svanita, scomparsa. Peccato! Immaginare quello che avesse potuto inventare in un’ora fuori dal caffè… In questo pensiero la sua estesa apatia era in disparte e la mia oppressione era salva. Camminai godendomi la sua vita e la sua belleza, e le occasioni straordinarie che la stavano aspettando.

Intanto lei sprecava il tempo e lo lasciava fuggire, morta dalla paura di non averene abbastanza. Cosa voleva celebrare? Soltanto così si poteva capire il suo letargo. Se non aveva una grande gioia da calebrare, perché il timore? Chi o cosa minacciava la sua futura festa?

Il tempo tornó implacabile, anche per me. Un brivido improvviso mi fecce capire che i miei minuti scorrevano veloci e che dovevo farne tesoro, celebrarli in qualche modo. Con gli occhi, con il cuore, con le mani, con la speranza.
Comprai dei fiori e un gelato al cioccolato e andai a casa con i sensi attenti. –Torno domani!–, parlai ad alta voce. –Torno e le faccio la domanda!

gelato-al-cioccolatoHo voluto fare una torta di compleanno come simbolo del passare del tempo. Un tempo ciclico che ogni anno ci porta davanti una torta, un’almanaco o un saluto per metterci nell’obbligo di celebrarlo. L’anno che è trascorso per i loro sogni quasi compiuti oppure realizzati, l’anno che verrà per quelli altri illusioni interrotte che pur essendo state motivo di più di una tristezza ci incoraggiano a soffiare sulla candelina e ad averle in mente l’indomani, avranno la forza e la magia raddoppiata di un gelato al cioccolato e ci manterranno sulle spine se non volessimo persistere.

“Non mi basta il tempo per celebrare i tuoi capelli”, ha detto il poeta Pablo Neruda. Nulla d’aggiungere…

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Torta d’oro e argento
(Torta de oro y plata) Per 8-10 porzioni
Questa ricetta ha più di cento anni di storia, cento anni di tempo e rimane ancora valida. Vale la pena provarla!

Torta d’oro

Ingredienti:
80 ml d’olio d’oliva extra vergine
150 grammi di zucchero biologico
4 tuorli
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
150 grammi di farina integrale di grano tenero
2 cucchiaini di lievito in polvere
100 ml di latte di capra
pizzico di sale marino

dsc065301Preparazione:
Setacciare la farina integrale con il lievito e il pizzico di sale. Mettere da parte.
In un’altra ciotola montare i tuorli con lo zucchero e unire l’olio d’oliva poco alla volta. Aggiungere la vaniglia.
Unire gradualmente gli ingredienti secchi alternando con il latte e mescolando delicatamente con una spatola.
Distribuire il composto in uno stampo rotondo da 17/18 cm (ungendolo previamente con dell’olio d’oliva e lasciandolo in frigo per 5 a 10 minuti).

dsc06538Infornare, in forno preriscaldato, a fuoco moderato per circa 30 minuti. Per essere sicuri che sia ben cotta infilzare la torta con uno stecchino di legno: se esce asciutto e ben pulito la torta è pronta.

dsc06541Torta d’argento

Ingredienti:
100 ml d’olio d’oliva
200 grammi di zucchero biologico
4 albumi
260 grammi di farina integrale di grano tenero
3 cucchiaini di lievito in polvere
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
pizzico di sale marino

Setacciare la farina integrale con il lievito e il pizzico di sale. Mettere da parte.
In un’altra ciotola battere l’olio con lo zucchero. Unire gli albumi uno a uno e mescolare bene.
Aggiungere la vaniglia. Continuare il procedimento come nella torta anteriore.
Unire gradualmente gli ingredienti secchi mescolando delicatamente con una spatola.
Distribuire il composto in uno stampo rotondo da 17/18 cm (ungendolo previamente con dell’olio d’oliva e lasciandolo in frigo per 5 a 10 minuti).
Infornare, in forno preriscaldato, a fuoco moderato per circa 30 minuti. Per essere sicuri che sia ben cotta infilzare la torta con uno stecchino di legno: se esce asciutto e ben pulito la torta è pronta.

dsc06558Ingredienti per la farcitura:
400 grammi di dolce di latte (ho usato quello fatto con Stevia)
200 grammi di Nutella
bucia grattugiata di un’arancia

dsc06560dsc06563dsc06570dsc06562Sciroppo per la bagna:
Lo sciroppo d’acqua è preparato unendo, in un pentolino posto su fornello a fuoco lento, acqua e zucchero.  Le quantità di zucchero e di acqua saranno scelte in una proporzione di 1:1, ovvero 1 parte di zucchero per 1 parte di acqua. In questo caso useremo 150 ml d’aqua e 150 grami di zucchero biologico.

Meringa all’italiana con miele:
180 grammi di miele
3 albumi

In un pentolino versare il miele. Mettere sul fuoco e portare a bollore fino a raggiungere i 121°C. I 121° sono raggiunti quando prelevando con un cucchiaino un po’ di sciroppo e immergendolo velocemente in un bicchiere di acqua molto fredda tra le dita si può formare una pallina morbida.
Mentre il miele arriva a temperatura, in una ciotola di vetro o di acciaio iniziare a montare leggermente gli albumi con uno sbattitore domestico.
Versare il miele a 121°, mettere le fruste alla massima velocità e montare quasi sino a raffreddamento (circa 40°). La meringa è perfettamente riuscita e pronta quando sollevando le fruste si forma il classico “becco”.

dsc06586Per montare la torta:
Quando le torte sono fredde tagliarle a metà.
Mettere di base sul piatto di portata la metà della torta d’oro.
Bagnarla con lo sciroppo e stendere circa metà del dolce di latte. Cospargere con parte della bucia grattugiata dell’arancia.

dsc06572dsc06580dsc06574Coprire con un disco della torta d’argento, bagnare con lo sciroppo e coprire con la nutella.

dsc06575Continuare con il disco rimanente della torta d’oro, bagnare con lo sciroppo e spalmare con il dolce di latte. Cospargere con il resto della bucia grattugiata dell’arancia.
Finire con la torta d’argento, bagnarla e coprire il tutto con un fino strato di dolce di latte.

dsc065851Decorare a piacere con la meringa al miele.

dsc06591dsc06616dsc06621dsc06619dsc06640Marisa Bergamasco
(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)

La notte e le donne più belle d’Italia

La notte e le donne più belle d’Italia

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notte-stellata-van-goghNon sarò io a scoprire l’origine del fascino che suscitano in noi sia la notte che la donna. Quanto è già stato scritto sulla donna!… Ma chi sarà capace di rivelare le sue ambizioni più nascoste? Tanti astronomi, sin dall’antichità, hanno studiato la notte, ma chi riuscirà a spiegarci tutte le regole dei suoi movimenti…Eppure, anche senza approfondirne la conoscenza, siamo in grado di ammirarle oppure rifiutarle, sorprenderci o ignorarle, amarle e anche odiarle.

E quánto io ormai ho detto e ridetto sul mio particolare amore per l’Italia? Invece in questo caso potrei citare un elenco lunghissimo di ragioni, una più vera dell’altra. Tra queste le donne eccezionali che ho avuto la fortuna di incontrare e ancora l’amicizia meravigliosa con ognuna di loro che mi rende una persona migliore, e che –beata me– mi regala un pezzo grande, molto grande, di felicità.

dsc02819Alessandra è una notte stellata. I suoi occhi fanno luccicare quello che guardano. Ha la luce dentro le pupille. Ha l’intensità dentro il cuore. Mi guarda e provo vergogna, come se fossi una piccola lucciola che tenta invano d’illuminare un’oscurità che non c’é, un assurdo diventare lanterna sotto le stelle… Tanto vinceranno loro… tutto il merito è indiscutibile. Ha scritto un libro sulla storia della nascita dell’agriturismo Il Cucco che dirige –e direi non solo, perché non l’ho mai vista smaltarsi le unghie– insieme ad Angelo, suo marito. Il libro s’intitola “Che ne sai tu di un campo di grano” ed è una gioia sfogliarne le pagine e i lasciarsi trascinare dal modo tenero e franco in cui ci racconta le difficoltà, le loro scoperte, l’entusiasmo, le riflessioni, la festa e la fatica di cambiare vita quando non si hanno più solo vent’anni sulle spalle.
Alessandra è la notte estesa, il cielo splendente di tiepida luce che ci protegge come una coperta, che ci sfida e ci incoraggia ad affrontare il buio e a tenerlo a freno. Alessandra è la luce… Assoluta e pura luce…

dsc02776 Elisabetta ed Elisa non si sono fermate un’istante dal tempo in cui hanno cominciato a lavorare. Chi non dorme mai, nemmeno la notte, quindi potrà capirlo. Chi non ha paura, come la notte, di stancarsi di andare ovunque, di essere presente dove ce n’é bisogno, potrà immaginare l’agitazione dei loro atti e pensieri. Elisabetta all’agriturismo Fattoria Corte Roeli è la responsabile di quella posizione che non ha un nome preciso e fa tanto e di tutto. Fa tanto… tanto…

dsc02709Come Elisa al Glam Hotel, dalla reception alla contabilità, da fare un capuccino a qualsiasi ora glielo si chieda a tradurre una pagina o cento nelle cinque o più lingue che domina; laureata in traduzione, dà lezioni private, è responsabile commerciale in una fabbrica di biscotti. Notte impegnata, febbrile, mai finita. Notte che non aspetta e viene prima, al pomeriggio, per offrire di più, perché forse qualcuno la chiamava e perché preferisce fare il doppio piuttosto che fare di meno. Notte attiva, senza riposo, notte che libera, notte che dà sollievo…

dsc02595Cristina ha il sorriso di mezza luna, come in quelle notti in cui i contadini sostengono che la luna sorridente riceve e cattura la pioggia, che altrimenti sarebbe caduta per terra. Chissà se sarà vero. Tuttavia, il giorno dopo, è poco probabile che abbia piovuto. Quel sorriso, allora, porta fortuna, porta il sole del giorno dopo e porta il bello a me, quando soltanto guardandolo mi concede una grazia.
Cristina ha due figli, un marito, il suo babbo, la suocera, gli zii, i cugini, degli amici e un’agenzia di viaggio che porta avanti con la cura che la notte riconosce essenziale per disporre al posto giusto ogni sera le sue stelle, costellazioni, la luna e forse qualche angelo del sonno per aiutare a dormire coloro che come me che cominciano la loro giornata a mezzanotte.
Cristina è la notte in pace, la notte piena di promesse, la notte che arriva subito, appena richiesta, per sanare le ferite. Notte balsamo…

mamma-giorgia-reducidaMamma Giorgia è una notte fredda, come piace a lei, che scappa dall’estate facendo le vacanze sulla neve. Mamma Giorgia attira il freddo, se possibile “cane”, e dunque avrà un motivo irreprensibile per persuaderci a mangiare con le mani e con i piedi tutto ciò che le sue braccia preparano, sin dal mattino presto, all’agriturismo Fattoria Corte Roeli, quello che suo figlio Roberto e la famiglia completa, Betta inclusa –la notte che non dorme mai– hanno aperto da qualche anno.

dsc04097Quando mamma Giorgia e la nonna Tina (sua mamma di 93 anni portati benissimo) e la Luciana (la sua consuocera, bellissima anche lei) mettono insieme due tavoli e le loro chiacchiere per fare a mano i tortelini e i tortelloni; fermano il tempo, lo trattengono perché non cammini, anzi, lo rimandano indietro agli anni in cui parlavano in cucina dei figli, i mariti, il lavoro, la scuola, le malattie, i vicini di casa, le ricette, la mesa, Dio, la vita.
Mentre le tre donne soggiogavano il tempo quel mattino, il mio scorreva veloce, esaltato, spinto dalla paura di avere piena coscienza del fatto che quella realtà acronica sarebbe finita a mezzogiorno.

Il segno distintivo di mamma Giorgia, anche solo a prima vista, sono le sue braccia: robuste e incrollabili, per forza tonde, sode e voluminose. Lei, sono sicura, ordina al freddo di entrare attraverso qualsiasi fessura per poi godersi l’obbligo di farci entrare nel suo abbraccio. Il freddo rimane una parola vuota. La notte si fa volere tanto bene. I pericoli fuggono come insetti spaventati. Ah… la notte fredda…

Pochi anni fa, quando telefonavo a mia madre da uno dei tanti posti in cui mi sono trasferita, le chiedevo che guardasse di notte “le tre Marie” (le tre stelle della cintura di Orione, quelle che nel mondo boreale vengono chiamate «I tre re»). A casa di mia madre se ne trovano sopra il serbatoio dell’acqua potabile che a sua volta si trova sopra il tetto della sua camera. Io le cercavo ovunque ci sia stato il mio cielo, e a quel punto, pensare l’una all’altra era il nostro modo casereccio per esorcizzare la lontananza.

las-tres-marias1Alessandra, Elisabetta, Elisa, Cristina, mamma Giorgia, guardate le stelle questa notte, avvicinatemi. Che esse siano la nostra posta per ricambiare notizie, istinti, affetti. La notte riunirà i nostri occhi su tre delle sue stelle. Magari potremo anche sentirci… chissà… magari…

Con umiltà ho voluto fare onore a queste donne straordinarie, scrivendo la ricetta dei miei gnocchi integrali fatti in casa.
Pur sapendo che la dimensione della mia aspirazione eccede le mie abilità, ve la offro ugualmente, cuore in mano, occhi attaccati alle stelle…

Tante altre donne fantastiche mi ha donato il mio amore per l’Italia, tante altre che non dimentico. Laura “principessa” di Castelli Romani, Laura di Cuneo, Laura e Guja di Bergamo, Gabriella di Catania, Elizabeth di Milano, Cinzia di Foggia, Silvia e la piccola Marta di Firenze, Maura, Alessandra e Giuliana di Genova, Alessandra di Ravena, Simonetta di Bologna, Franca e Alessandra di Torino, Federica di Firenze, Simonetta di Bologna, Liana di Sorrento, Quirina, Ilana e Maria di Cortona. A tutte chiedo di guardare stasera le stelle con me.

Gnocchi integrali con salsa di pomodori
Ingredienti: per 4 persone

Per gli gnocchi:
600 g di patate, non pelate, cotte al vapore oppure in acqua bollente salata
200 g di farina integrale di frumento fine (non quella extra fine)
più 50 gr per infarinare il piano di lavoro e gli gnocchi
1 tuorlo
1 ½ cucchiaini di sale marino
4 cuchiai d’olio d’oliva

dsc05997Per la salsa di pomodori:
1 chilo di pomodori tipo Roma o allungato
4 spicchi d’aglio, schiacciati
1 cucchiaino di timo essicato
1 cucchiaino di origano essicato
2 cucchiaini di basilico essicato
2 cucchiaini di sale marino
3 cucchiai d’olio d’oliva
pepe q.b.

dsc05980dsc06002dsc05986especiasPreparazione:
Per gli gnocchi:
Pelate le patate ancora tiepide, poi passatele nello schiacciapatate o nel passaverdura e fate raffredare.

dsc06008Unite il tuorlo, il sale, l’olio e mescolate bene. Incorporate gradualmente la farina integrale formando un impasto grossolano.
Trasferite l’impasto sul piano di lavoro ben infarinato e lavoratelo a mano premendolo e facendolo ruotare finché sarà liscio, elastico e omogeneo.
Prendete un pezzo di impasto e stendetelo formando un cilindro di 45-50 cm di lunghezza e largo quanto un dito. Spolverizzatelo di farina e ripetete l’operazione con gli altri pezzi di pasta.

dsc06053dsc06054dsc06059Tagliati i cilindri in pezzi di 3 cm, cui darete la classica forma degli gnocchi, premendo con il pollice ciascun pezzetto di pasta contro il lato convesso di una forchetta o un’assicella (l’apposito attrezzo di legno che ho usato in questo caso) formando una scanalatura, mentre contemporaneamente arrotolate lo gnocco sui rebbi.

dsc06031dsc06061dsc06038Ponete gli gnocchi su diversi vassoi, in un solo strato, in modo che non si attacchino.
Fateli cuocere in acqua salata, estraendoli con una schiumarola non appena salgono in superficie.

dsc06041Scolateli in uno scolapasta e serviteli sul piatto da portata con della salsa di pomodoro sopra. Finite con un filo d’olio d’oliva oppure del formaggio grattugiato se preferite.

Per la salsa di pomodori:
Fate scaldare l’olio in una casseruola. Aggiungete gli spicchi d’aglio e fate appassire a fuoco dolce per qualche minuto. Unite allora i pomodori tagliati a cubetti piccoli, il sale, il timo, l’origano e il basilico e portate a ebollizione.
Riducete la fiamma e proseguite la cottura per 25-30 minuti.

dsc06010dsc06014Se ancora rimangono dei pezzetti di pomodoro rompeteli con lo schiacciapatate per rendere più soffice la salsa.
Ritirate gli spicchi d’aglio, regolate di sale e pepe e servite con un mestolo sui gnocchi integrali.

dsc06064dsc06078dsc06083dsc06085Marisa Bergamasco

(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)