La notte e le donne più belle d’Italia

La notte e le donne più belle d’Italia

Letras | Cocina

notte-stellata-van-goghNon sarò io a scoprire l’origine del fascino che suscitano in noi sia la notte che la donna. Quanto è già stato scritto sulla donna!… Ma chi sarà capace di rivelare le sue ambizioni più nascoste? Tanti astronomi, sin dall’antichità, hanno studiato la notte, ma chi riuscirà a spiegarci tutte le regole dei suoi movimenti…Eppure, anche senza approfondirne la conoscenza, siamo in grado di ammirarle oppure rifiutarle, sorprenderci o ignorarle, amarle e anche odiarle.

E quánto io ormai ho detto e ridetto sul mio particolare amore per l’Italia? Invece in questo caso potrei citare un elenco lunghissimo di ragioni, una più vera dell’altra. Tra queste le donne eccezionali che ho avuto la fortuna di incontrare e ancora l’amicizia meravigliosa con ognuna di loro che mi rende una persona migliore, e che –beata me– mi regala un pezzo grande, molto grande, di felicità.

dsc02819Alessandra è una notte stellata. I suoi occhi fanno luccicare quello che guardano. Ha la luce dentro le pupille. Ha l’intensità dentro il cuore. Mi guarda e provo vergogna, come se fossi una piccola lucciola che tenta invano d’illuminare un’oscurità che non c’é, un assurdo diventare lanterna sotto le stelle… Tanto vinceranno loro… tutto il merito è indiscutibile. Ha scritto un libro sulla storia della nascita dell’agriturismo Il Cucco che dirige –e direi non solo, perché non l’ho mai vista smaltarsi le unghie– insieme ad Angelo, suo marito. Il libro s’intitola “Che ne sai tu di un campo di grano” ed è una gioia sfogliarne le pagine e i lasciarsi trascinare dal modo tenero e franco in cui ci racconta le difficoltà, le loro scoperte, l’entusiasmo, le riflessioni, la festa e la fatica di cambiare vita quando non si hanno più solo vent’anni sulle spalle.
Alessandra è la notte estesa, il cielo splendente di tiepida luce che ci protegge come una coperta, che ci sfida e ci incoraggia ad affrontare il buio e a tenerlo a freno. Alessandra è la luce… Assoluta e pura luce…

dsc02776 Elisabetta ed Elisa non si sono fermate un’istante dal tempo in cui hanno cominciato a lavorare. Chi non dorme mai, nemmeno la notte, quindi potrà capirlo. Chi non ha paura, come la notte, di stancarsi di andare ovunque, di essere presente dove ce n’é bisogno, potrà immaginare l’agitazione dei loro atti e pensieri. Elisabetta all’agriturismo Fattoria Corte Roeli è la responsabile di quella posizione che non ha un nome preciso e fa tanto e di tutto. Fa tanto… tanto…

dsc02709Come Elisa al Glam Hotel, dalla reception alla contabilità, da fare un capuccino a qualsiasi ora glielo si chieda a tradurre una pagina o cento nelle cinque o più lingue che domina; laureata in traduzione, dà lezioni private, è responsabile commerciale in una fabbrica di biscotti. Notte impegnata, febbrile, mai finita. Notte che non aspetta e viene prima, al pomeriggio, per offrire di più, perché forse qualcuno la chiamava e perché preferisce fare il doppio piuttosto che fare di meno. Notte attiva, senza riposo, notte che libera, notte che dà sollievo…

dsc02595Cristina ha il sorriso di mezza luna, come in quelle notti in cui i contadini sostengono che la luna sorridente riceve e cattura la pioggia, che altrimenti sarebbe caduta per terra. Chissà se sarà vero. Tuttavia, il giorno dopo, è poco probabile che abbia piovuto. Quel sorriso, allora, porta fortuna, porta il sole del giorno dopo e porta il bello a me, quando soltanto guardandolo mi concede una grazia.
Cristina ha due figli, un marito, il suo babbo, la suocera, gli zii, i cugini, degli amici e un’agenzia di viaggio che porta avanti con la cura che la notte riconosce essenziale per disporre al posto giusto ogni sera le sue stelle, costellazioni, la luna e forse qualche angelo del sonno per aiutare a dormire coloro che come me che cominciano la loro giornata a mezzanotte.
Cristina è la notte in pace, la notte piena di promesse, la notte che arriva subito, appena richiesta, per sanare le ferite. Notte balsamo…

mamma-giorgia-reducidaMamma Giorgia è una notte fredda, come piace a lei, che scappa dall’estate facendo le vacanze sulla neve. Mamma Giorgia attira il freddo, se possibile “cane”, e dunque avrà un motivo irreprensibile per persuaderci a mangiare con le mani e con i piedi tutto ciò che le sue braccia preparano, sin dal mattino presto, all’agriturismo Fattoria Corte Roeli, quello che suo figlio Roberto e la famiglia completa, Betta inclusa –la notte che non dorme mai– hanno aperto da qualche anno.

dsc04097Quando mamma Giorgia e la nonna Tina (sua mamma di 93 anni portati benissimo) e la Luciana (la sua consuocera, bellissima anche lei) mettono insieme due tavoli e le loro chiacchiere per fare a mano i tortelini e i tortelloni; fermano il tempo, lo trattengono perché non cammini, anzi, lo rimandano indietro agli anni in cui parlavano in cucina dei figli, i mariti, il lavoro, la scuola, le malattie, i vicini di casa, le ricette, la mesa, Dio, la vita.
Mentre le tre donne soggiogavano il tempo quel mattino, il mio scorreva veloce, esaltato, spinto dalla paura di avere piena coscienza del fatto che quella realtà acronica sarebbe finita a mezzogiorno.

Il segno distintivo di mamma Giorgia, anche solo a prima vista, sono le sue braccia: robuste e incrollabili, per forza tonde, sode e voluminose. Lei, sono sicura, ordina al freddo di entrare attraverso qualsiasi fessura per poi godersi l’obbligo di farci entrare nel suo abbraccio. Il freddo rimane una parola vuota. La notte si fa volere tanto bene. I pericoli fuggono come insetti spaventati. Ah… la notte fredda…

Pochi anni fa, quando telefonavo a mia madre da uno dei tanti posti in cui mi sono trasferita, le chiedevo che guardasse di notte “le tre Marie” (le tre stelle della cintura di Orione, quelle che nel mondo boreale vengono chiamate «I tre re»). A casa di mia madre se ne trovano sopra il serbatoio dell’acqua potabile che a sua volta si trova sopra il tetto della sua camera. Io le cercavo ovunque ci sia stato il mio cielo, e a quel punto, pensare l’una all’altra era il nostro modo casereccio per esorcizzare la lontananza.

las-tres-marias1Alessandra, Elisabetta, Elisa, Cristina, mamma Giorgia, guardate le stelle questa notte, avvicinatemi. Che esse siano la nostra posta per ricambiare notizie, istinti, affetti. La notte riunirà i nostri occhi su tre delle sue stelle. Magari potremo anche sentirci… chissà… magari…

Con umiltà ho voluto fare onore a queste donne straordinarie, scrivendo la ricetta dei miei gnocchi integrali fatti in casa.
Pur sapendo che la dimensione della mia aspirazione eccede le mie abilità, ve la offro ugualmente, cuore in mano, occhi attaccati alle stelle…

Tante altre donne fantastiche mi ha donato il mio amore per l’Italia, tante altre che non dimentico. Laura “principessa” di Castelli Romani, Laura di Cuneo, Laura e Guja di Bergamo, Gabriella di Catania, Elizabeth di Milano, Cinzia di Foggia, Silvia e la piccola Marta di Firenze, Maura, Alessandra e Giuliana di Genova, Alessandra di Ravena, Simonetta di Bologna, Franca e Alessandra di Torino, Federica di Firenze, Simonetta di Bologna, Liana di Sorrento, Quirina, Ilana e Maria di Cortona. A tutte chiedo di guardare stasera le stelle con me.

Gnocchi integrali con salsa di pomodori
Ingredienti: per 4 persone

Per gli gnocchi:
600 g di patate, non pelate, cotte al vapore oppure in acqua bollente salata
200 g di farina integrale di frumento fine (non quella extra fine)
più 50 gr per infarinare il piano di lavoro e gli gnocchi
1 tuorlo
1 ½ cucchiaini di sale marino
4 cuchiai d’olio d’oliva

dsc05997Per la salsa di pomodori:
1 chilo di pomodori tipo Roma o allungato
4 spicchi d’aglio, schiacciati
1 cucchiaino di timo essicato
1 cucchiaino di origano essicato
2 cucchiaini di basilico essicato
2 cucchiaini di sale marino
3 cucchiai d’olio d’oliva
pepe q.b.

dsc05980dsc06002dsc05986especiasPreparazione:
Per gli gnocchi:
Pelate le patate ancora tiepide, poi passatele nello schiacciapatate o nel passaverdura e fate raffredare.

dsc06008Unite il tuorlo, il sale, l’olio e mescolate bene. Incorporate gradualmente la farina integrale formando un impasto grossolano.
Trasferite l’impasto sul piano di lavoro ben infarinato e lavoratelo a mano premendolo e facendolo ruotare finché sarà liscio, elastico e omogeneo.
Prendete un pezzo di impasto e stendetelo formando un cilindro di 45-50 cm di lunghezza e largo quanto un dito. Spolverizzatelo di farina e ripetete l’operazione con gli altri pezzi di pasta.

dsc06053dsc06054dsc06059Tagliati i cilindri in pezzi di 3 cm, cui darete la classica forma degli gnocchi, premendo con il pollice ciascun pezzetto di pasta contro il lato convesso di una forchetta o un’assicella (l’apposito attrezzo di legno che ho usato in questo caso) formando una scanalatura, mentre contemporaneamente arrotolate lo gnocco sui rebbi.

dsc06031dsc06061dsc06038Ponete gli gnocchi su diversi vassoi, in un solo strato, in modo che non si attacchino.
Fateli cuocere in acqua salata, estraendoli con una schiumarola non appena salgono in superficie.

dsc06041Scolateli in uno scolapasta e serviteli sul piatto da portata con della salsa di pomodoro sopra. Finite con un filo d’olio d’oliva oppure del formaggio grattugiato se preferite.

Per la salsa di pomodori:
Fate scaldare l’olio in una casseruola. Aggiungete gli spicchi d’aglio e fate appassire a fuoco dolce per qualche minuto. Unite allora i pomodori tagliati a cubetti piccoli, il sale, il timo, l’origano e il basilico e portate a ebollizione.
Riducete la fiamma e proseguite la cottura per 25-30 minuti.

dsc06010dsc06014Se ancora rimangono dei pezzetti di pomodoro rompeteli con lo schiacciapatate per rendere più soffice la salsa.
Ritirate gli spicchi d’aglio, regolate di sale e pepe e servite con un mestolo sui gnocchi integrali.

dsc06064dsc06078dsc06083dsc06085Marisa Bergamasco

(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)

Carnevale della Letteratura

Ai miei cari amici Italiani e a tutti coloro che amino leggere in Italiano, copio sotto le parole di Annarita Ruberto per darvi un’appuntamento da non perdere!

Colpita dall’emozione di essere stata invitata a partecipare di questo splendido evento, vi lascio con un saluto pieno d’affetto e vado in cucina, perché voi conoscete ormai bene le mie passioni ingovernabili…

Oggi è online il Carnevale della Letteratura #2 dove si parla di confini o più precisamente di «Luoghi di confine: la Letteratura incontra…», il tema proposto da Spartaco Mencaroni, uno dei fondatori del primo Carnevale letterario italiano e curatore dell’oderna edizione.

 Potete trovare a questo link la kermesse, che vi consiglio di non perdere per diversi motivi, tra cui:

 – l’originale introduzione e l’intero, affascinante allestimento dell’edizione, organizzati con maestria da Spartaco Mencaroni;

 – i contributi veramente belli ed accattivanti, che spaziano da poesie edite per l’occasione a racconti di confine tra Scienza, Matematica e Letteratura, a contaminazioni tra Cucina e Letteratura, Musica e Letteratura, Chimica e Letteratura e tanto ancora, tra cui non mancano i viaggi onirici e l’esplorazione delle terre ai confini del mare.

Il tutto accompagnato da splendidi brani musicali!!

Prima di andare in cucina ringrazio la cortesia di Spartaco Mencaroni per considerare il mio blog d’interesse a questo Carnevale. Uomo di grande cuore, medico, scrittore, lavoratore esemplare, padre, fiorentino, amico…
Grazie Spartaco!

Marisa Bergamasco

(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)

Michelangelo: Il Divino

Michelangelo: Il Divino

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el-juicio-final-de-miguel-angel1L’artista più grande.

Mi hanno suggerito di provare ad aggiungere qualche intervento in Italiano. Ho detto di sí anche se con molta paura, paura di sbagliare a scrivere, di dire parole che potrebbero disturbare qualcuno, perché sia le parole che i modi di dire sono talmente diversi da un paese all’altro che a volte uno pensa di fare dei complimenti e invece si trova davanti a un interlocutore con gli occhi spalancati che vorrebbe scappare via (e ha ragione, tra l’altro).
Gli amici italiani che ormai mi conoscono abbastanza bene sanno che l’Italia occupa un posto di privilegio nel mio cuore e quindi vi prego, voi che mi state guardando adesso per la prima volta, non arrabbiatevi con me se qualcosa vi fa spalancare gli occhi, sapete che tutto ciò che dirò sarà detto con quell’immenso affetto che ho ricevuto da voi in questi anni in cui i giorni più felici sono stati quelli trascorsi in Italia. Detto con il cuore…

sala-mapas9Qualche anno fa non credevo che fosse possibile piangere per l’arte, ma il secondo giorno che ero a Roma, visitando la Cappella Sistina, sembravo un bambino che aveva smarrito la sua mamma per sempre. Piangevo, piangevo e non riuscivo ne’ a distogliere lo sguardo dal soffitto, né a recuperare la calma. Uno stato purissimo di felicità provocato da un’opera d’arte e da un artista che è già in se stesso opera d’arte.

Sono venuta in Italia emozionata all’idea di conoscere Cortona, mentre la mia amica era sulle tracce di Michelangelo. Aveva letto tutti i libri che sono stati scritti sulla sua vita e le sue opere, e, da vicino, le si sentiva battere il cuore quando cominciava a parlare di lui. Dopo due giorni e un pianto di indescrivibile gioia nella Cappella, anche il mio battito si riusciva a sentire (e persino da lontano) e ho posto subito particolare attenzione ai suoi argomenti. Non sono una critica d’arte e non ho nemmeno studiato la vita di Michelangelo, dunque chiedo scusa per la mia limitata conoscenza. La mia umile ambizione è quella di trasmettervi la mia incapacità a esprimere lo sconcerto che mi colpiva davanti alle sue creazioni, la perplessità, l’ansia e l’angustia, l’afflizione e la perfezione, l’estasi mai avvertita prima così come una evidenza urgente di aver svelato un modo più intenso di stare al mondo…

Mai avvertita prima…

techo-capilla-sixtina1Guardare il viso più triste è fermarsi ferito per qualche tempo dietro al vetro trasparente che protegge la Pietà. Sotto le sue palpebre, socchiuse e pesanti, la vergine giovane custodisce il dolore di quelli che sono stati benedetti oppure scelti per essere lì a guardarla. Giovane vergine sofferente… Se potessi magari abbracciarla…

la-pieta-atras-en-sp1Non credo sia stato casuale incontrare quell’accogliente coppia di spagnoli seduti anche loro sulla panchina accanto al Davide. Dopo aver condiviso la sofferenza per il solito mal di piedi che martirizza i viaggiatori, abbiamo cominciato un’amicizia che dura ancora oggi. E ci domandavamo, assorti, da quale regno discenderà il talento che riesce a fare scorrere il sangue nelle vene di un marmo eternamente fermo? E la tensione dello spirito?

firenze-galeria-de-la-academia-el-david2E allora Carrara. Le cave di marmo. Scusami Dio, ma perché non le hai messe in un posto più basso e raggiungibile? Quando siamo arrivati al bacino di Polvaccio, abbagliata dalla purezza dell’oro bianco, pensavo a lui, ai suoi grandi sacrifici fatti appunto per la sua passione, ai lunghi periodi vissuti in collina per selezionare la materia dei suoi sogni, a una vita creata e consumata intorno all’arte e vissuta solo per l’arte. Quello è l’opera colossale, la sua propria vita, e pensarci mi commuove molto di più che contemplare qualche miracolo di quelli che ci ha lasciato. Un dono di Dio… Tutto lui…

cave-di-marmoE poi il Mosè, e la Pietà del Museo dell’Opera del Duomo, e la Pietà Rondanini a Milano –la cui forza mi ha sconvolto fino alla paura–, e poi le Tombe dei Medici, e poi… e poi… e poi…

milan-cartel-pieta-rondaninimilan-escultura-pieta-rondaniniE poi… il nulla. Dopo l’Immensità mi è rimasta l’impronta vuota del suo dominio.
Per darmi sollievo, torno a Firenze.

dsc03714Non sarà come riempirsi dell’Immensità sebbene visitarla gli somigli molto. Se ci fossero più posti liberi in città avremmo più bellezze da ammirare. Meno male. Perché già così si fa fatica a sopportare la sindrome di Stendhal, come dice una mia amica italiana.
Ogni volta che ci vado, di sera, prima di dormire, devo guardare il Duomo ancora una volta. Sono in hotel e ci penso e una forza mi ci fa andare quasi senza rendermene conto. E all’improvviso sono lì, la testa in alto, senza fiato, in scena il cielo sullo sfondo e stagliati contro di esso il Duomo e il Campanile. Con gli occhi puliti dalla visione, salto dal cielo al marmo in un esercizio splendido che finisce quando la stanchezza vince e me ne vado piano, sempre guardando indietro, il Duomo diventa più piccolo, il cielo più grande, avanzo più lentamente, trattenendo i passi, prolungando la fine, salutando con un ultimo sguardo i piccoli pezzi della cupola in lontananza…

firenze-el-campanile1Spuntino di pere e formaggio

Anche se non esistono vere testimonianze su cosa mangiava l’artista sappiamo che era una persona spirituale, ascetica e frugale, quindi “non adatto” ai piaceri epicurei. Trattandosi di un blog di cucina che vuole conquistare un vasto pubblico di lettori ho dovuto –per forza– trovare un piatto che fosse ugualmente semplice e artistico (rispettando il maestro) oltre ad essere invitante (coccolando me stessa). Per fortuna ho letto un articolo di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, in cui diceva che a Michelangelo piaceva mangiare pere e formaggio, anzi, che mangiava soltanto pere e formaggio. Più che sufficiente. Direi ottimo e suggestivo.

Ispirata dalla sua moderazione –virtù difficilmente raggiungibile per me– e anche nei suoi versi che copio subito ho creato la mia ricetta.

«…venner le frutte, il formaggio e ‘l finocchio,
le pere cotte con qualche sfogliata:
poi quivi stetter lungamente a crocchio
a ragionar…» Michelangelo Buonarroti

spuntino-di-pere-e-formaggioperas-y-manzanas-fotoshopIngredienti: (per 2 persone)

1 pera non troppo matura
1 mela verde
1 finocchio
50 grammi di formaggio blu tagliato a fette sottili
25 grammi di pistacchi tritati grossolanamente
sale marino q.b.
pepe q.b
olio d’oliva q.b.
succo di limone q.b.

Preparazione:

Scegliere le frutte e il finocchio di simili dimensioni.
La mela: lavarla, sbucciarla e tagliarla a metà in senso orizzontale. Toglierle il torsolo e tagliarla a fettine sottili. Con l’aiuto di una forma cilindrica di metallo pareggiare i suoi bordi. Irrorare con succo di limone per non farle annerire.
Il finocchio: lavarlo e tagliarlo a fettine nel senso verticale dello spessore di ½ cm. Con l’aiuto di una forma cilindrica di metallo pareggiare i suoi bordi. Irrorare con succo di limone per non farle annerire.
La pera: lavarla, sbucciarla e tagliarla a metà in senso orizzontale. Toglierle il torsolo e tagliarla a fettine dello spessore di ½ cm. Con l’aiuto di una forma cilindrica di metallo pareggiare i suoi bordi.

cuartetoDisporre la pera e il finocchio in una teglia, condire con un goccio di olio e appena del sale e cuocere in forno già caldo alla temperatura di 200º su entrambi i lati per circa 10 minuti o fino a completa doratura. Togliere dal forno e lasciare intiepidire.

dsc05379Su un piatto da portata preparare lo spuntino alternando prima una fetta di mela, una di formaggio, una di finocchio, un’altra di formaggio e terminare con la fetta di pera. Cospargere coi pistacchi e il pepe.

dsc05407Opzionale: versare sopra una spruzzatina di un buon aceto balsamico.

* Questo spuntino può essere servito accompagnato da una insalata di rucola e pistacchi condita con olio d’oliva, succo di limone oppure aceto balsamico e sale marino.

dsc05395Marisa Bergamasco

(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)

Italia es una madre…

Italia es una madre…

_T8O6983Italia es una patria, una madre, un cobijo para mí, y una razón para volver siempre, desde que estuve por primera vez hace pocos años atrás. Con gran desorden regresé de mi viaje sonriendo desde el estómago, feliz y despreocupada, tan pero tan feliz que yo, con poca costumbre -por naturaleza y carácter y otros etcéteras que vinieron luego- a cualquier ostentación del júbilo, llegué hablando casi profesionalmente de la real alegría, incomprendida por todos, imagínese usted. Qué importa.

Viajes como chiles robustos que nos invaden apenas morderlos. Y dígame entonces, quién nos saca su presencia de la boca y de la sangre? Quién puede enjuagarse un viaje de la piel como si tal cosa? Viajes que nos dejan parados en una realidad más bella y muy difícil, pues su carga atroz de energía nos embarca en veintiún proyectos nuevos que harto trabajo requerirán de nosotros; viajes que nos dejan perdidos en un aire enamorado de recién; o nos encuentran enlazando el futuro, un plan tras el otro, sin objeciones. Todavía nos son posibles los sueños?, me digo mientras sueño con el próximo viaje…

mayo-18-cortona-walking-tour-014Viajes que nos hacen de amigos para siempre. Encontré algunos. Bendición. Tesoros como reliquias para conservar con todos sus cuidados.

dsc01475Viajes en los que habría que invertir hasta el honor que nos llevamos, el de uno y el de quien nos acompaña, si conseguimos con los dos alargar la estadía.

Viajes que debieran ser obligatorios. Viajes que nos cambian, que nos atemorizan. Viajes que nos exigen ser mejores, doblemente generosos, más precisos de ropas, más livianos de angustias.

dsc035911Incomprendida por muchos, sigo acá feliz, contando, hilarante, lo inexplicablemente bello de estos viajes a Italia, complacida en la abundancia de tales recuerdos, y más aún pendiente del milagro de mañana…

dsc03743

firenze-mercado-comprando-higosMarisa Bergamasco
(Aficionada a la escritura, al buen cocinar y al buen comer y a los buenos y grandes cariños, de profesión agente de viajes, soñadora de vocación, por siempre…)

“Il Grande Libro dei Cuochi”

“Il Grande Libro dei Cuochi”

Letras | Cocina

dsc04878Alessandra es una muy buena amiga italiana, como Roberto, Elisabetta y Cristina, de quienes hace apenas un mes, y como regalo de cumpleaños, recibí Il Grande Libro dei Cuochi (El gran libro de los cocineros), del ícono de la cocina italiana Gualtiero Marchesi. Cuatro kilos de hojas de arte y oficio.
Apuro la emoción, y ya luego le contaré sobre las demás recetas de este libro –o algunas–, pues usted sigue con hambre, la responsabilidad es toda mía y el plato de fondo que traduciré lo más acertadamente posible se lo deberá a Charlie Trotter, uno de los casi 20 famosos chefs que colaboraron con la realización de este gran libro. Es americano, y dice –con sus propias palabras– “cocino como Miles Davis tocaba el jazz. Todo está en la creación de algo, en ese momento, que es exclusivamente mío”. Espero que le agrade Miles Davis, o al menos que coma pescado, porque quiero proponerle un nobilísimo salmón, que él cocina sobre vegetales y envuelto en un corazón de papel manteca. Aquí lo variaremos un poco, pues a mí no me gustan las verduras con sabor a pescado, entonces los separaremos.

Salmone al cartoccio (del libro Il Grande Libro dei cuochi, di Gualtiero Marchesi)
Receta de Charlie Trotter

dsc04876 (1)Corazón de salmón (traducido ahora al español romántico…)
Ingredientes:
1 porción de filete de salmón (100 grs por persona “normal”) Hay a quienes no le alcanzaría…
1 cabeza de hinojo
1 rama de apio
8 zanahorias baby
2 cucharadas de cebollita de verdeo picada
Sal y pimienta a gusto
4 aceitunas negras –tipo griegas– descarozadas y picadas groseramente *
Ralladura de cáscara de limón *
Jugo de limón *
Papel manteca
ACEITE DE OLIVA (por supuesto!)

dsc04867Preparación:
Calentar el horno a 220ºC.
Cortar el papel manteca en forma de corazón. Cada mitad del corazón deberá tener más del doble del tamaño del filette de salmón. Pincelar una de las mitades con abundante aceite de oliva. Repetir el proceso y reservar los dos corazones.

Cortar en finas rodajas el hinojo, deshilar el apio y cortarlo en bastones de 5 o 6 centímetros y luego cada bastón en finas juliana. Cortar a lo largo por la mitad las zanahorias baby (si es una zanahoria común cortarla en bastones y luego en julianas como el apio). Picar la cebollita de verdeo.

dsc04922dsc04932dsc04947Salpimentar el salmón. Agregarle la ralladura de la cáscara de medio limón y masajear bien la carne con los dedos. Rociar con aceite de oliva y continuar masajeando. Colocar el filette sobre el papel manteca y rociarlo con jugo de limón. Agregar unas gotitas adicionales de aceite de oliva y sellar el corazón uniendo los bordes de las dos mitades. Disponer sobre una placa apta para horno.

dsc04860* La ralladura y el jugo de limón y las aceitunas son un agregado personal, pequeños pero emocionantes cambios. No lo aclaro por vanidad, es más bien por prevención, espero que nuestro chef Trotter no se moleste.
Condimentar las verduras cortadas con sal, pimienta y las hierbas de su preferencia. Sumarle las aceitunas cortadas. Agregar aceite de oliva y mezclar bien. Acomodar las verduras sobre otro corazón de papel manteca pincelado con oliva. Sellar sus bordes y disponer en la misma placa del salmón.

Hornear por 10 minutos o hasta que el papel manteca adquiera un color ligeramente tostado.
Abrir el corazón de papel que contiene las verduras. Hacer un espacio a un costado de las verduras, abrir el corazón de papel del salmón, sacarlo con cuidado y acomodarlo en el papel que contiene las verduras.

Rociar con aceite de oliva antes de servir y agregar pimienta a gusto.

Consumo feliz y en grandes cantidades el aceite de oliva. Como en el aperitivo, comprobará en este plato que el moderador del discurso aquí es nuestro señor presidente, el aceite. Él corregirá la dulzura del salmón, añadirá tonos picantes y carácter a nuestros vegetales, y finalmente, servido en crudo, refrescará los sabores e iluminará el plato con su brillo.

Si no es de los que comen pescado, puede reemplazar el filette por una porción de pollo de su preferencia (pechuga o muslo). Rectificar el tiempo de cocción en caso del muslo, necesitará unos minutos más.

La foto del plato terminado se la dejamos a su autor.

dsc048841Buon appetito!

Marisa Bergamasco
(Aficionada a la escritura, al buen cocinar y al buen comer y a los buenos y grandes cariños, de profesión agente de viajes, soñadora de vocación, por siempre…)